SBK Misano 2017: grande vittoria di Melandri su Ducati. Rea ipoteca il titolo iridato

Misano. Chi ha seguito in pista o da casa le due gare di Misano non si sarà certamente annoiato. Innanzitutto Rea non ha vinto nemmeno una gara, e già questa è una notizia. Ma quella più importante, e non solo per i tifosi italiani, è che Melandri ha finalmente rotto il ghiaccio e ha vinto in modo convincente. Quelli che solitamente sono gli outsiders in questo weekend sono stati invece i protagonisti, ma purtroppo sia VdMark, che era in testa alla gara di sabato, che Torres, destinato a salire sul podio il giorno successivo, sono stati fermati dalle gomme. E la Pirelli, assieme alla collisione tra Davies e Rea, ha rappresentato l’unica nota stonata di questo bellissimo weekend. Hanno vinto Sykes e Melandri, si sono messi in mostra VdMark e Torres, ma per quanto riguarda la classifica del campionato i verdetti sono chiari. Quando mancano sei round al termine della stagione a contendersi il titolo sono rimasti i soli Rea e Sykes con il campione del mondo che può contare su di un vantaggio di 50 punti nei confronti del suo compagno di squadra.

 

Davies e Melandri, staccati rispettivamente di 111 e 133 punti, sembrano ormai tagliati fuori, mentre gli altri sono a distanze abissali.

E’ stato sicuramente un bel weekend per il motociclismo italiano, che oltre alla vittoria di Melandri in Superbike, ha festeggiato il terzo posto di Caricasulo in Supersport e la vittoria di Faccani in Superstock 1000. Un terzetto di piloti “made in Ravenna” oltre che “made in CIV”. E, ciliegina sulla torta, c’è stato più pubblico rispetto alle edizioni precedenti.

In Superbike tira aria di rinnovamento, ma nel frattempo il campionato delle derivate continua a regalarci spettacolo e personaggi “veri” come Chaz Davies, che dopo il tremendo incidente di sabato, che gli ha procurato la frattura di una vertebra, il giorno dopo è tornato nel suo box, seduto sulla sua sedia a vivere la gara. Pallido e sofferente, ma vicino alla sua squadra.

Una gara un po’ pazza la Gara2, alla fine a vincerla è stato Marco Melandri, il più bravo e quello dal ritmo più serrato e costante.

Grandi protagonisti sono stati Xavi Fores e Jordi Torres, entrambi hanno comandato la gara a fasi alterne, ma per problemi tecnici hanno dovuto dire addio ai loro sogni di gloria.  Moltissime sono state le cadute, spiccano quelle di Lowes e De Angelis, ma anche Camier ha dovuto lasciare la sfida anzi tempo.

Completano il podio le Kawasaki, con Rea che si prende il secondo posto, davanti a Tom Sykes. Quarto posto l’ottimo Van Der Mark, che ha preceduto le due Aprilia di Laverty e Savadori. Chaz Davies non ha preso parte alla gara a causa dell’infortunio subito nella gara-1, dopo l’incidente con la Kawasaki di Rea. Per il mondiale rimane invariato il distacco tra Rea e Sykes, Davies ormai staccato di oltre 110 punti.

Le pagelle 

Marco Melandri – 9 – Prima o poi doveva accadere ed è successo proprio a Misano, a pochi chilometri dalla sua Ravenna e davanti al suo pubblico. Il suo terzo posto in Superpole, lui che non ama il giro secco, faceva presagire grandi cose, ma poi ha contribuito al sabato nero della Ducati con una scivolata che, alla prova dei fatti, gli ha negato una clamorosa doppietta. Siamo certi che questa vittoria segnerà una svolta nel suo campionato e lo aspettiamo ad una conferma.

Jonathan Rea – 8 – Questa volta lo schiacciasassi non ha tritato tutto e tutti. Da campione vero Johnny è riuscito a tirare fuori il massimo anche nei momenti difficili, tanto da salire sul podio anche dopo una caduta. Perde cinque punti nei confronti di Sykes, ormai unico antagonista nella lotta per un terzo titolo mondiale sempre più vicino.

Chaz Davies – 7 – Quattro per la solita caduta all’uscita di una curva lenta, ma dieci per il cuore che ci mette sempre e per essere tornato nel suo box con una vertebra fratturata e dopo una notte in ospedale. Misano sancisce il suo definitivo addio al titolo mondiale, almeno per quest’anno. La speranza è di rivederlo presto sulla sua Panigale, magari già a Laguna fra tre settimane.

Tom Sykes – 7,5 – Troppa grazia Sant’Antonio! Si merita la Superpole con un giro fantastico che frantuma il best lap di Misano, e poi trova una vittoria del tutto insperata in gara1. Ma le gare bisogna finirle e lui lo ha fatto. Domenica la Pirelli gli regala il podio fermando Torres. Torna a casa con 5 punti recuperati a Rea, che servono per tenere vivo il campionato. Tieni duro Tom!

Jordi Torres – 7,5 – Misano è favorevole alla BMW e lui non si lascia sfuggire l’occasione di tornare a lottare per il podio come faceva in Aprilia. Le cadute ed i ritiri di sabato gli regalano il quarto posto, ma il giorno dopo paga tutto con gli interessi. La gomma posteriore lo tradisce e gli nega un podio sacrosanto. Chi dice che in Superbike non ci sono talenti non conosce Jordi.

Xavi Fores – 6,5 – Vale quanto detto per Torres, anche se a fermare lo spagnolo della Ducati non è stata la gomma, ma un problema tecnico alla sua Panigale. Domenica sarebbe stata dura per chiunque metterlo dietro, perché Xavi aveva annusato l’odore del podio. E’ in credito con la fortuna.

Michael van der Mark – 7,5 – Cosa sarebbe successo se la gomma non l’avesse tradito in gara1? L’olandese sembrava in grado di tenersi dietro tutti, ma purtroppo per lui non lo sapremo mai. In gara2 parte male e la sua rimonta lo porta ai piedi del podio. Ma ormai lui e la Yamaha ci sono.

Alex Lowes – 5 – Si ritrova sul podio senza quasi saperlo e senza meritarlo. Per festeggiare, il giorno dopo si sdraia per la quarta volta nel weekend. Troppo discontinuo ed incline all’errore. Non merita la Yamaha ufficiale.

Leon Camier – 5 – Senza le cadute in gara1 avrebbe fatto fatica ad andare a punti, mentre domenica si ferma per problemi alla sua F4. Lui nega (per contratto) ma il suo rapporto con MV sembra ormai davvero al capolinea.

Eugene Laverty – 7 – Ecco un altro pilota che meriterebbe una moto competitiva. Sesto e quinto con questa RSV4 non è cosa da poco. Nei box Milwaukee si è rivisto Romano Albesiano. Speriamo non fosse solo una visita di cortesia

Randy Krummenacher – 6 – Entra nella top ten e questa è già una notizia. Haslam gli ha dimostrato che la sua moto può andare forte e lui l’ha capito. Deve sfruttare le prossime gare per dimostrare di poter stare in Superbike.

Raffaele De Rosa – 6 – Sfrutta la pista favorevole alla BMW per aumentare il suo feeling con la S1000RR e raccogliere qualche punto, ma da lui ci aspettiamo di più.

Fa sicuramente bene a tutti la bella e netta vittoria “in casa” di Marco Melandri sulla Rossa in Gara 2 a Misano nel settimo round iridato 2017. Un successo double face per la Casa di Borgo Panigale, da una parte galvanizzata dal nuovo trionfo (finalmente!) dopo tre anni del 34enne campione ravennate alla sua 20° vittoria in Sbk, dall’altra delusa perchè dopo il ko di Davies ieri in Gara1, toglie ogni speranza per il titolo 2017.

Con sei round ancora da disputare (di fatto altre 12 gare) tutto può accadere, anche perché l’illusione è l’ultima a morire, ma i numeri parlano da soli. Jonathan Rea, terzo ieri e secondo oggi, rafforza la sua leadership in classifica generale (296 punti) su Tom Sykes (246), Davies (185), Melandri (163), Lowes (141), Wan Der Mark (115).

Insomma, ben che vada, resta potenzialmente aperta una lotta in famiglia fra i due piloti della Kawasaki. Di fatto, a meno di sorprese e dopo Misano, Rea ha ipotecato il titolo avviandosi verso la conquista della sua terza corona mondiale consecutiva.

Il ruolino di marcia del vessillifero della Verdona è impressionante: in 14 gare, solo una volta “out” (in Inghilterra e per il problema alla gomma posteriore), due volte primo in Australia, altre due vittorie in Thailandia, un primo e un secondo posto ad Aragon, ancora due primi posti in Germania, due secondi posti a Imola, un’altra vittoria in Inghilterra e infine il secondo e il terzo posto a Misano.

Risultati eclatanti, a dimostrazione di una netta superiorità di un binomio ancora più forte del 2016, con una moto mai veramente in crisi e con un pilota che ha davvero una marcia in più.

Nel complesso, per vari motivi, questa Sbk non presenta una griglia di campioni “straordinari” anche se non mancano piloti di gran livello, a cominciare da Davies, cui la malasorte e (anche) l’eccessiva irruenza toglie ogni chance per la lotta al titolo.

Più di una volta Rea ha giocato al gatto col topo smontando le velleità dei suoi (pochissimi) avversari e, anzi, illudendoli e inducendoli all’errore: rarissime le sbavature e ancor più rari gli sbagli tecnici e agonistici, determinato, veloce, lucidissimo, tatticamente superbo nel gestire gara, moto, gomme, sobrio in pista e fuori. Non fa “scena”, costruisce la sua corsa, punta al sodo, porta a casa podi, vittorie, punti d’oro. Doti non comuni, comunque qui fanno la differenza. E si vede. Quando non si vince, come qui in Gara 2 a Misano, ci si appella alla mancanza di “assetto ideale” e stavolta sono Rea e la Kawa, con garbo, a mettersi sulla “difensiva” (si fa per dire).

I campionati non si mischiano ma qui è doveroso, stavolta, fare una eccezione per la Ducati, reduce dalla trionfale doppietta al Mugello e in Catalunya con Andrea Dovizioso in MotoGP e, appunto, vittoriosa in Sbk nella Gara2 di Misano, ciliegina sulla torta che fa bene alla Casa bolognese e al motociclismo italiano e mondiale.

E’ l’avvio di un’era marcata Ducati sia in MotoGP che in Sbk? Non scherziamo! Gli avversari, in entrambi i campionati, sono già pronti per il riscatto. Fa bene oggi Melandri a gioire per una vittoria che lo ripaga di tante giornate amare ma corre troppo con la lingua quando già afferma: “Da desso possiamo giocarcela ogni volta”. Calma e gesso. Il futuro è tutto da conquistare e non pare che i valori in campo siano così mutati come la dichiarazione di Marco fa presagire.

Ogni gara fa storia a sé, con movimenti spesso illusori rispetto al recupero di questa o quella Casa, di questo o quel pilota cui però manca sempre qualcosa per dimostrare con i fatti, che il gap con chi guida il campionato oggi è colmato.

Abbiamo sopra parlato dei numeri con due Kawasaki davanti a tutti, poi due Ducati e a seguire due Yamaha. Le altre Case? MV Agusta (Camier) ottavo posto, Bmw (Torres) nono posto, Aprilia (Laverty) decimo, Honda (con il compianto Hayden) sedicesimo posto. Il quadro è chiaro. Speriamo che non sia cristallizzato per tanto tempo ancora.