Camera dei Deputati, Anna Masera al lavoro per rinnovare la comunicazione

Laurea in Storia alla Yale University, master in Giornalismo presso la Columbia University di New York, inizia la professione giornalistica nel 1986 a Italia Oggi, prosegue alla Reuters, poi passa alla Mondadori con Fortune fino ad arrivare nel 1994 a Panorama (dopo un distacco alla Rai per il talkshow “Milano, Italia”). Li si occuperà di quella che si rivelerà la sua vocazione: lo sviluppo dei media in internet. Nel 1999 è alla Stampa dove lancia la redazione web del quotidiano e ne diventa Social Media Editor dal 2012. Dall’inizio del 2014 diventa Capo Ufficio Stampa e Responsabile della Comunicazione della Camera dei Deputati, votata dalla maggioranza dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio.

L’abbiamo incontrata durante le sue prime settimane di incarico.

  • Quale è stata la motivazione che ti ha fatto decidere di accettare questo ruolo ?

“Da una parte lo considero un servizio civile, un dovere a cui non ci si può sottrarre. Dall’altra, lo vivo come una sfida con me stessa: per me è un’assoluta novità questo incarico, non ho mai fatto nulla del genere prima di adesso. Non ho mai lavorato in un ufficio stampa, non mi sono mai occupata di politica e non sono mai stata a Roma. E’ una sfida che mi dà energia, mi costringe a rimettermi in gioco. Adoro imparare cose nuove”.

  • Che impronta vorresti dare alla Camera dei Deputati?

“I miei referenti sono i cittadini, i media, i parlamentari e l’amministrazione della Camera. Quattro punti di vista diversi. In un momento storico italiano particolarmente difficile e con una grande sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, vorrei rendere più accessibili le informazioni e far approdare la comunicazione della Camera nell’era social del web 2.0. E vorrei smentire i luoghi comuni: qui si lavora molto. La comunicazione deve essere aperta e disponibile a tutti, accessibile, trasparente, rigorosa, partecipata. E vista la crisi e la necessità di “spending review”, stiamo cercando di fare tante cose in sinergia con il Senato, dal sito web per il semestre europeo alla condivisione della rassegna stampa e delle agenzie. Insieme siamo il Parlamento.it, i doppioni non hanno senso. Non sarà facile, ma nonostante la comunicazione digitale nelle amministrazioni pubbliche, imbrigliate dalla burocrazia, sia ancora farraginosa, ho trovato collaboratori che condividono l’obiettivo, che è comune”.

  • Per ovviare a questi inconvenienti quale sarà il tuo primo passo?

“Per prima cosa abbiamo lanciato l’account twitter @montecitorio, dove la Camera informa su quello che fa e mostra il suo patrimonio informativo. Poi abbiamo incominciato a produrre video per il canale youtube sulle nostre attività, che non riguardano solo la politica, ma anche la cultura: i convegni, le mostre, le visite delle scuole. Inoltre,porteremo alla luce su internet l’enorme archivio storico e la bellissima biblioteca della Camera dei Deputati. I social della Camera saranno aperti ai commenti, in modo che tutti possano esprimere le loro opinioni, a patto che rispettino la “netiquette”: abbiamo messo a punto una social media policy, che abbiamo pubblicato perché tutti la possano condividere. Dal sito camera.it ci si collega alla webtv e in streaming si possono seguire tutte le attività in presa diretta. Prima il collegamento c’era, ma si vedeva poco perchè era nascosto: adesso si trova in apertura. Idem per il motore di ricerca”.

  • Chi è il responsabile con cui dovrai confrontarti?

“Mi confronto costantemente con la Presidenza e con la Segreteria generale. La Camera è una struttura piuttosto complessa e io, insieme a tutto l’Ufficio Stampa, non posso non tener conto di questa complessità nel coordinamento delle attività e delle strategie di comunicazione. Quindi, vien da sé che mi confronto con Montecitorio nel significato più ampio del termine. Nello specifico, oltre alla Presidenza e alla Segreteria generale, i miei interlocutori più diretti sono l’intero Ufficio di Presidenza, il Collegio dei Questori, il Comitato per la Comunicazione”.

  • Quanto durerà la tua collaborazione con la Camera?

“Ho un contratto a tempo determinato per due anni, rinnovabile”.

  • Per concludere: un ultimo messaggio sulla tua idea di trasformazione della Camera di Deputati?

“Open Camera non significa solo trasparenza, ma anche dialogo. Perchè come diceva Gaber, la libertà è partecipazione”.