Teatro alla Scala di Milano, le novità della nuova stagione tra opera e balletto

La Nuova Stagione 2013/2014 del Teatro alla Scala di Milano, diretta da Stéphane Lissner, si presenta ancora una volta varia ed eterogenea. Lissner, sovrintendente e direttore artistico del Teatro dal 2005, ama definirla “di sintesi, perché i caratteri del mio lavoro, che si snoda per temi e cicli, vi si intrecciano”, spiega.

Daniel Barenboim, Riccardo Chailly, Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Ivan Vasiliev sono solo alcuni dei celebri protagonisti che animeranno i sedici spettacoli in programma

A inizio stagione è ancora forte il segno dell’identità italiana: sette titoli su dieci sono di autori italiani (Verdi, Rossini, Donizetti, Mascagni). Ancora sentita è l’eco del bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, tanto che il compositore è in posizione dominante nella nuova stagione con tre titoli: La traviata, Il trovatore, Simon Boccanegra.

Anticipazioni sulla decima stagione: sarà sensibile al tema dell’EXPO 2015

La Nuova Stagione, la nona con Lissner, prevede in tutto sedici spettacoli, dieci di opera e sei di balletto. Fra i direttori d’orchestra, Daniel Barenboim dirigerà tre opere: La sposa dello Zar di Rimskij-Korsakov, Simon Boccanegra di Verdi, Così fan tutte di Mozart, nuova produzione con regia di Claus Guth. Barenboim sarà impegnato anche nella stagione sinfonica del teatro in marzo e in un concerto speciale in giugno. Lissner anticipa anche un Ciclo Schubert al pianoforte condotto dal direttore argentino-israeliano alla fine del 2014.

Fra gli altri direttori della nuova stagione ci sono Georges Prêtre, Pierre Boulez, Daniele Gatti, Riccardo Chailly, Daniel Harding. Dall’Argentina alla Francia, dalla Finlandia all’Inghilterra e alla Svizzera, Italia inclusa, la nuova stagione sarà un viaggio attraverso culture, suggestioni e interpretazioni diverse. E lo conferma anche il programma dei balletti, che condurrà al Teatro, fra gli altri, l’italiano Roberto Bolle, l’ucraina Svetlana Zakharova, la russa Natalia Osipova, la kazaca Maria Eichwald. La Stagione del Ballo è iniziata il 17 dicembre con la Serata Ratmansky firmata dal coreografo russo del Concerto DSCH. L’intera stagione di danza è dedicata a titoli del repertorio classico: Jewels di Balanchine, Il Lago dei Cigni, Serata Petit (Le Jeune homme et la Mort e Pink Floyd Ballet), Don Chisciotte, Romeo e Giulietta.
Numerosi gli “eventi” speciali in cartellone: l’Elektra di Patrice Chéreau (che in seguito alla recente scomparsa dell’autore francese sarà diretta da Esa-Pekka Salonen) “è anche una produzione esemplare di quel che la Scala è oggi -spiega Lissner-: nasce a Milano, nei laboratori Ansaldo, e di qui partirà per i teatri che l’hanno acquistata e coprodotta, ovvero quelli di Aix-en-Provence, New York, Berlino, Barcellona, Helsinki. Allo stesso modo, (…) il Covent Garden ha messo in scena i nostri Nabucco e La Donna senz’ombra.  Una Scala che esporta, inserita come referente in una consolidata ‘geografia internazionale dell’Opera’, per usare la formula dello studio condotto da Ask Bocconi.” 

Curiosità sulla prossima stagione? Sarà una vetrina di titoli e artisti, in sintonia con lo spirito dell’Expo, ha lasciato intendere il direttore Lissner.
Il programma del Teatro alla Scala farà a meno quest’anno di tre titoli d’opera, a causa della crisi e della progressiva diminuzione dei contributi pubblici. Non mancano gli importanti e fondamentali finanziamenti privati, ma la “la Scala si trova ad affrontare una scelta importante –afferma il direttore Lissner– che consiste essenzialmente nella difesa del ruolo di teatro pubblico”. Quella dei tagli ai finanziamenti per le attività culturali, infatti, costituisce una politica miope in quanto la più grande ricchezza del nostro Paese è la cultura e valorizzarla significa non solo tenere viva la nostra identità ma anche averne un significativo ritorno economico.